lunedì 21 febbraio 2011

Moduli di gioco e modelli di prestazione nel calcio giovanile

Secondo appuntamento del 2011 con la rubrica di approfondimento sul calcio giovanile realizzata in collaborazione con il periodico "Calcio Illustrato". Questo mese l'articolo è a firma di Sergio Roticiani - Membro della Commissione Nazionale Attività di Base SGS.

"Mi pare che negli ultimi anni il calcio abbia privilegiato molto l'aspetto fisico rispetto a quello tecnico e probabilmente è una scelta che parte già a livello giovanile. Penso sia importante, grazie anche all'accordo stipulato con il Settore Tecnico, che prima si scelgano ragazzi bravi con la tecnica e che poi si formi l'atleta: il contrario secondo me è impossibile. Se i ragazzi hanno problemi di dialogo con il pallone e la buttano solo sul fisico, potrebbe diventare un altro sport" . Gianni Rivera Presidente del Settore Giovanile e Scolastico della F.I.G.C.

Il mondo calcistico giovanile abbraccia uno spazio anagrafico estremamente ampio e variegato, che identifica a livello prestativo vari modelli a cui fare riferimento.

Gli spazi di gioco variano in riferimento all'età, favorendo una opportuna sollecitazione agonistica, funzionale alle disponibilità motorie dei ragazzi e trovano la loro giustificazione sia sul piano strettamente tecnico che fisico.  Tab. n°1.

Gli spazi ridotti così come il numero dei giocatori, le regole più semplici, un maggior numero di tempi di gioco, l'obbligo di far partecipare alla gara tutti i bambini presenti,  così come un graduale avvicinamento al calcio degli adulti attraverso l'ampliamento degli spazi e l'introduzione di regole come il fuorigioco o il retropassaggio al portiere, evidenziano come l'attenzione del Settore Giovanile sia già nella fase dei primi insegnamenti calcistici, rivolta ad utilizzare lo strumento calcio come vettore di formazione umana e sociale, prerequisito irrinunciabile per garantire  al giovane dotato di talento un sereno percorso di crescita e al meno capace di coltivare un amore per il calcio condiviso.

La tecnica nel gioco del calcio indipendentemente dal livello di qualificazione dell'atleta, rappresenta lo strumento operativo per risolvere problematiche legate alla situazione di gioco. L'abilità ad esprimere grande qualità non sta nel modello esecutivo ma nell'efficacia che esso propone.

Non dimentichiamo che il calcio è uno sport di situazione, e che quindi esercitarsi in maniera costante ed esclusivamente standardizzata, è contrario al carattere "aperto" delle abilità calcistiche. Il calcio, cioè, è caratterizzato da open-skills, cioè da abilità aperte, eseguite pertanto in ambiente imprevedibile e mutevole e che richiede a chi la esegue di adattare i suoi movimenti in risposta. (Schmidt, Wrisberg, 2000).
Prassi consolidata propone un percorso di formazione tecnica che ha la sua genesi nella ripetizione dei vari fondamentali per arrivare alla fine di un congruo numero di ore di pratica al gioco vero e proprio.
Pur riconoscendo il ruolo didattico importante che viene conferito alla ripetizione dei vari fondamentali in un contesto ambientale stabile, siamo convinti che procedure didattiche più efficaci siano rappresentate dai giochi su spazi ridotti. (D'Ottavio –Small side games).
Il modello dell'allenamento e il carico sostenuto dovrebbe caratterizzarsi su elementi specifici tipici del modello di gara, al fine di garantire gli adattamenti più significativi sia sul versante fisico che su quello tecnico-tattico.
"Studi recenti sull'apprendimento vedono in maniera negativa la separazione di quello che viene imparato da come e dove viene imparato. Le circostanze in cui le conoscenze vengono sviluppate sono un elemento determinante per l'apprendimento." Andreas Holzinger- Alexander Nischelwitzer- Matthias Meisenberger
Nell'apprezzamento dei fondamentali tecnici, il percorso di formazione del giovane, attraversa fasi che sono caratterizzati inizialmente da una presa di coscienza delle varie espressioni della tecnica, per poi integrarle all'interno di un ambiente che via via diventa sempre più disturbato (situazione di gioco).

Sapere, utilizzando una prassi terminologica classica, sta a significare il dinamismo che si realizza tra la fase di comprensione del gesto e l'esecuzione dello stesso in una forma di approssimazione coordinativa ("dalla comprensione del compito alla coordinazione grezza" - Meinel).
Una volta compreso il modello esecutivo, il principiante nel controllo della propria azione utilizzerà canali di tipo informazionale, legati principalmente a una sensorialità visiva. L'esecuzione risulterà goffa, approssimativa, lenta, ma questa fase gli permetterà di rendere più pronti alla regolazione e al controllo del movimento canali sensoriali di tipo propriocettivo e cinestesico che produrranno nel tempo adattamenti di tipo qualitativo.
Il bambino migliorerà con l'allenamento la qualità dell'esecuzione, destinando l'analizzatore visivo a un più efficace controllo dell'ambiente di gioco che da prossimale acquisirà con il training una maggiore capacità spaziale.
Nello schema seguente, sono evidenziate le attività che concorrono in questa prima fase alla formazione delle abilità tecniche:
1- Sollecitazione tecnico\coordinativa:
Le attività che comprendono questa famiglia di esercizi consistono:
• Percorsi motori, dominio della palla
• Esercitazioni tecniche (ambiente stabile)
• Esercitazioni tecniche (stimoli di natura senso-percettiva e\o coordinativa)
2 - Sollecitazione tecnico\applicativa:
Le attività che comprendono questa famiglia di esercizi consistono:
• Esercitazioni tecniche (regime di rapidità e\o pressione temporale)
• Esercitazioni tecniche (regime di gara)
• Esercitazioni tecniche (con disturbo ambientale)
La percentuale di allenamento rivolta all'esigenza di conoscere ed esplorare i vari comportamenti tecnici assume valori alti nelle prime fasi della formazione per poi diminuire drasticamente.
Altra prassi metodologica utile a favorire una rapida qualità nell'ambito della conoscenza è l'utilizzo di una corretta terminologia che valorizza la stretta simbiosi tra comportamento/azione e struttura cognitiva.
Il passaggio tra una fase di approssimazione e una fase di migliore qualità esecutiva si acquisisce attraverso attività di allenamento che seppur privilegiando il gioco segue protocolli dove rapidità e difficoltà coordinative caratterizzano l'esercizio.

Saper fare, si esprime nell'applicare le conoscenze tecniche in un ambiente che diventa progressivamente più imprevedibile, questo permette al giocatore di variare l'esecuzione in linea con le richieste situazionali. Contestualmente a una maggiore plasticità esecutiva, risulterà più corretta anche l'esecuzione del gesto che favorita nella sua regolazione da canali propriocettivi più sofisticati si affinerà avvicinandosi al modello tecnico di riferimento.

La ripetizione tenderà a una automatizzazione dei vari comportamenti tecnici ("dalla coordinazione grezza a quella fine" – Meinel) e questo determinerà una maggiore efficacia nelle azioni dei calciatori.

La funzionalità del gesto dovrà nelle varie attività di allenamento essere continuamente stimolata da proposte che dal semplice al complesso condizioneranno continuamente il comportamento tecnico del giocatore.

Da una azione fortemente influenzata dall'individualismo tattico inteso come applicazione del gesto in un contesto di gioco specifico, si passerà ad esercitazioni che dovranno prevedere nuclei di giocatori che si impegneranno accordare le proprie azioni al fine di risolvere problemi di natura collettiva.

Il metodo del gioco risulterà assolutamente più congeniale alle caratteristiche dei giovani calciatori che sollecitati a risolvere problemi e ad attivare procedure cognitive specifiche, arriveranno a un saper giocare insieme efficace e produttivo.

Le esercitazioni preposte a influenzare un comportamento "intelligente" teso a contribuire alla formazione di una "disponibilità variabile – Meinel"  vengono illustrate nel successivo schema.

Sollecitazione tecnico\situativa:
Le attività che comprendono questa famiglia di esercizi consistono:
• Esercitazioni tecniche (con avversario da semi-attivo ad attivo e  funzionale)
• Esercitazioni tecniche (in situazioni di gioco specifiche)
• Esercitazioni tecniche (in situazione di sovra\sottonumero)

Sollecitazione tattico\collettiva:
Le attività che comprendono questa famiglia di esercizi consistono:
• Esercitazioni tattiche individuali
• Esercitazioni tattiche (combinazione di gioco a 2 o più giocatori)
• Esercitazioni tattiche (in giochi a tema tattico)
• Esercitazioni tattiche (in situazione gara)

Saper giocare, si evidenzia nella costante evoluzione dei vari comportamenti e che conduce il giovane calciatore ad interagire sempre più efficacemente con i propri compagni. La capacità di poter disporre di qualità tecniche e di risolvere situazioni impreviste lo pone in una condizione privilegiata. La disponibilità ad assecondare i comportamenti dei compagni ponendo come priorità l'interesse tattico comune pone già dalla categoria esordienti la capacità di gioco al centro dell'interesse didattico.

I gruppi aperti faranno sempre parte di una idea metodologica che non esclude i meno pronti, ma dalla categoria esordienti è consentita una diversità per livelli soprattutto in alcune esercitazioni di allenamento.

Il saper giocare trova la sua massima espressione nella capacità di mettersi al servizio di coloro che manifestano difficoltà, la consapevolezza che il giovane acquisisce nel considerare importanti le esigenze della squadra lo porranno in una condizione di interagire sempre meglio con i compagni.

La comunicazione tra i giocatori si arricchirà di strumenti verbali pronti a riconoscere e discriminare le varie azioni, collegate ad esercitazioni tecniche dinamiche si tenderà a categorizzare i comportamenti base.

Nello schema sottostante sono illustrate le attività che contribuiscono al saper giocare collettivo e che rappresentano alcune delle attività da proporre:

Sollecitazione tattica: strutturazione del sistema di gioco

Le attività che comprendono questa famiglia di esercizi consistono:

• Studio e strutturazione di movimenti: di reparto/i e di squadra (a 7, a 9 e a 11)

• Studio e strutturazione di palle inattive

• Confronto o gara o test match

Sollecitazione fisica:
Le attività che comprendono questa famiglia di esercizi consistono:

• Esercitazioni con l'uso della palla (mezzi speciali)

• Esercitazioni senza l'uso della palla (sollecitazione specifica)
Per saper giocare sempre meglio risulta ovvio che il gioco diventa lo strumento fondamentale, situazioni tattiche strutturate e funzionali a costruire comportamenti collettivi, avranno largo spazio nella seduta di allenamento.

Gruppi Allenanti Fondamentali

GRUPPO A - GIOCARE) Attività, Esercitazioni, Giochi in spazi ridotti con compagni ed avversari senza vincoli imposti dall'allenatore

GRUPPO B - IMPARARE) Attività, Esercitazioni, Giochi, dedicate alla capacità di apprendimento degli schemi di movimento tipici e senza la presenza di avversari attivi.

GRUPPO C - APPLICARE) Applicazione degli apprendimenti tratti dal Gruppo B) in regime di gioco, dove l'influenza degli avversari determina nuovi apprendimenti comportamentali flessibili ed efficaci.

GRUPPO D - DEFINIRE) Applicazione in ambito di gioco, di variazione delle regole, partite a tema, induzione comportamentali dei singoli e collettive con rispetto ad un obiettivo tattico finale

In un modello didattico schematico come si evidenzia nella tabella successiva,  lo stimolo  allenante dovrebbe strutturarsi sin dalla categoria pulcini in un sviluppo dell'impianto coordinativo prerequisito essenziale a favorire l'apprendimento dell'elemento tecnico specifico, contestualmente avrà uno spazio sempre maggiore, l'applicazione del gesto in un contesto di variabilità esecutiva, per cui l'azione tecnica sarà soggetta a richieste di rapidità e/o  disturbo da parte dell'avversario.

La capacità di decentramento e di apprezzamento della realtà collettiva del gioco, condurrà a una predisposizione sempre maggiore a una qualificazione delle competenze tattiche, ovvero a quella capacità di relazionarsi col compagno/i al fine di raggiungere obiettivi comuni.

L'approdo al gioco a 11 richiederà anche una maggiore attenzione al disporsi in campo in funzione di  un sistema di gioco che dovrà da una parte, adeguarsi alle caratteristiche dei giovani calciatori e dall'altra sollecitare matrici di movimento nuove, vivacizzate da esperienze e moduli di gioco differenti.

MoLa sollecitazione fisica orientata a migliorare le risposte funzionali di un organismo ancora in forte evoluzione, inizierà nell'organizzazione del carico ad acquisire una sua fisionomia, avendo comunque e sempre una posizione gerarchica di secondo piano rispetto alla realtà tecnico-tattica  che qualifica la disciplina calcio a forte "impatto cognitivo".

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